Un doppio sospetto: Un'indagine per l'agente Erlendur Sveinsson by Arnaldur Indridason

autore:Arnaldur Indridason [Indridason, Arnaldur]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Psychological, Thrillers, ebook, Fiction, Mystery & Detective
ISBN: 9788860887511
Google: pqdSB_ZvpqgC
editore: Guanda
pubblicato: 2011-09-28T22:00:00+00:00

17

La ricerca dell’uomo claudicante che Petrína aveva visto affrettarsi in direzione del civico 18 a Þingholt aveva dato ben pochi risultati, soprattutto perché la testimonianza non era molto attendibile e la descrizione era a dir poco lacunosa. Elínborg decise di mettersi in contatto con un ortopedico, per saperne di più su questa ipotetica fasciatura alla gamba. Poteva essere indice di una semplice frattura al piede, ma poteva anche aprire nuovi scenari.

Il medico, una donna di nome Hildigunnur, ricevette Elínborg nel suo studio. Era una signora sulla quarantina, con i capelli biondi e una corporatura atletica; sembrava il testimonial vivente di una sana condotta di vita. Dimostrò un notevole interesse per quella richiesta, che a grandi linee Elínborg le aveva già anticipato per telefono.

«Che tipo di fasciatura è, esattamente, quella che sta cercando?» domandò quando si furono sedute.

«Non lo sappiamo con certezza» rispose Elínborg. «A dire il vero, la descrizione è poco attendibile e la testimonianza incompleta. Mi spiace.»

«Ma mi diceva che il testimone ha visto delle stecche di ferro, giusto?»

«In realtà ha detto di aver visto un’antenna; sono io che ho pensato a una specie di stecca, magari di ferro, però fissata al piede. L’uomo indossava una tuta con i pantaloni aperti o tagliati all’altezza del ginocchio.»

«Portava calzature ortopediche? Era per quello che zoppicava?»

«Può darsi, non lo sappiamo.»

«Forse questo individuo ha una malformazione, mi viene in mente il piede torto. Oppure può darsi che porti una calzatura con ferula mediale articolata alla tibiotarsica. Un’altra cosa a cui si può pensare è una malattia degenerativa: una distrofia, magari, o un indebolimento muscolare. Forse ha subito un intervento, probabilmente un’artrodesi.»

Elínborg non afferrò l’ultimo termine.

«Forse sta parlando di una lunga striscia verticale con delle chiusure in velcro per l’articolazione del ginocchio?»

Elínborg la guardò.

«Potrebbe anche essere» commentò.

«Allora potrebbe trattarsi di una semplice frattura ossea» concluse Hildigunnur sorridendo.

«Abbiamo verificato» disse Elínborg «e non abbiamo trovato niente di utile. La polizia ha controllato le schede dei ricoveri per fratture e altre ferite alle gambe, tornando indietro di qualche settimana, ma non abbiamo ricavato nulla.»

«Be’, allora, sempre parlando per ipotesi, nel nostro paese abbiamo anche casi di deformazioni agli arti inferiori causati dalla poliomielite. Portava la fasciatura solo a una gamba?»

«Sì, a quanto ci sembra di capire.»

«Quanti anni dovrebbe avere, quest’uomo?»

«Non lo so esattamente, mi spiace.»

«L’ultima epidemia di poliomielite risale al 1955. L’anno successivo venne introdotto il vaccino e da allora la malattia è stata sconfitta.»

«Quindi, se si tratta di poliomielite, l’uomo in questione avrebbe più di cinquant’anni?»

«Sì, a meno che non si tratti del cosiddetto morbo di Akureyri.»

«Il morbo di Akureyri?»

«È una malattia infettiva che presenta vari sintomi in comune con la poliomielite, alla quale si ritiene sia associata. Il primo caso fu individuato nel 1948, nelle vicinanze di Akureyri. Se ricordo bene, ne fu colpito il sette per cento degli abitanti, e il focolaio principale dell’epidemia si registrò nel liceo della città. Nella residenza studentesca. Non mi risulta che i pazienti abbiano riportato menomazioni serie in seguito a questa patologia, ma potrei anche sbagliarmi.»

«Esiste una

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